martedì 7 agosto 2012

Vocazione


Il seme della vocazione, gettato nel terreno buono produce

frutto in abbondanza



La diminuzione drastica di vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata e religiosa è il segnale di una scarsa e debole temperatura spirituale della vita cristiana, nelle famiglie, nelle parrocchie, nei gruppi giovanili.

Tante sono le attività e iniziative che tendono a organizzare momenti comuni basati più sul fare e sull’agire che sul silenzio adorante e la preghiera di ascolto, la spiritualità del deserto e della contemplazione.

 È il primato di Dio che viene meno, per cui l’incontro con Lui è confinato ai margini dell’esistenza concreta o chiuso dentro i momenti stabiliti del rito liturgico, avulsi però da un forte aggancio con la vita di ciascuno.

Il seme della vocazione, gettato nel terreno buono produce frutto in abbondanza. Se no, bisogna togliere le spine, i sassi che impediscono al seme di attecchire in profondità.

Ed è proprio questo il lavoro pastorale da compiere oggi nelle comunità: togliere tanti ostacoli o non aggiungerne altri, dissodare il terreno della vita familiare e parrocchiale da mille distrazioni e dispersioni di forze per iniziative che durano lo spazio di un giorno e non aiutano a fare posto nel profondo del cuore, alla Parola di Dio e al Suo Spirito.

Ogni vocazione infatti nasce e si radica solo là dove c’è un terreno fecondo di fede, di preghiera e di carità. Anzi-tutto nella famiglia, chiamata ad essere la realtà di base fondamentale dove la fede si trasmette e si vive nel quotidiano dell’esistenza. Cristiani si diventa in famiglia, e questo esige che le famiglie ricuperino quell’ambiente educante alla fede e alla vita cristiana che il Signore dona ad ogni casa dove genitori, anziani, ragazzi e giovani si aiutano vicendevolmente ad amare il Signore, amandosi tra loro con sincerità di cuore.

 Occorre poi che la famiglia non ponga ostacoli alle eventuali chiamate che il Signore suscita nel cuore di qualche figlio o figlia, ma ne incoraggi la ricerca e il discernimento accompagnandoli con la preghiera e il consiglio.

Tocca ai sacerdoti curare la Direzione spirituale delle ragazze e ragazzi che mostrano segnali di apertura alla chiamata del Signore. I giovani hanno bisogno di una guida spirituale che trovano nel sacerdote o nella suora e nel religioso, attenti e disponibili a stare con loro e a sostenerli con il dialogo, la preghiera insieme, la testimonianza, l’incoraggiamento.

La parrocchia non può essere considerata solo il luogo dell’incontro di tante attività, del culto e delle iniziative caritative, ma anche un Centro di spiritualità dove l’esperienza di Dio e l’esercizio del dono di sé apre vie impensabili di risposta alla chiamata del Signore per tutte le vocazioni, comprese le più impegnative come quella al sacerdozio, alla vita consacrata e religiosa.

I gruppi e le associazioni, con la loro ricchezza di esperienza comunitaria e formativa, rappresentano un possibile campo di semina delle vocazioni se educano i giovani ad andare oltre le attività specifiche, aprendosi alla esperienza della Chiesa particolare e universale, locale e missionaria.

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