domenica 6 luglio 2008

Il Sacerdote, l'uomo della preghira

«Maria, sua Madre, serbava tutte queste cose meditandole nel suo Cuore» (Le 2,51). Queste parole indicano che il cuore e la mente di Maria erano sempre, abitualmente ed attual­mente, immersi nella contemplazione dei misteri divini della salvezza.
La preghiera di Maria anticipava la linea in­segnata da Gesù: «Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre senza stancarsi» (Lc 18,1).


E Gesù faceva sempre così, ma è anche quello che Gesù vuol continuare a fare per mezzo del Sa­cerdote, nel quale è presente. Perciò il Sacerdote è, per definizione, Uomo delSacro e Uomo della Preghiera.
I primi Sacerdoti, gli Apostoli, quando si re­sero conto che le troppe attività, pur buone e sante, li assorbivano a tal punto da impedire che «parlassero con Dio e parlassero di Dio» decisero di istituire i diaconi, motivando la loro scelta con questa affermazione: «Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al ministero della Parola di Dio» (At 6,4).
Il Sacerdote è l'uomo che parla con Dio, ascolta Dio che gli parla e, così caricato, parla di Dio.
È l'intuizione di san Domenico che dà ai suoi frati, come programma «contemplata aliis trade­re», cioè trasmettere agli altri le cose contemplate. Questo è possibile quando si ama.
Un esempio in senso opposto ce lo danno certi giovani. Essi sono stati per ore e ore nella discote­ca, sacrificando volentieri anche il sonno. È il loro mondo. Quando escono dalla discoteca si sentono co­me pesci fuori dell'acqua. Che cosa fanno? Eccoli con la cuffietta appiccicata all'orecchio e, camminando, lavorando, guidando la moto o l'auto, continuano a vivere nella dimensione della discoteca. E il loro mondo guasto, vuoto, illusorio, in­consistente e rovinoso. Ecco quanto fa l'amore di­storto e peccaminoso. Qual è il mondo del Sacerdote? Mondo nel quale deve introdurre anche i fedeli perché vi ri­mangano? Il Sacerdote è l'uomo che parla con Dio, ascolta Dio che gli parla e, così caricato, parla di Dio. È l'intuizione di san Domenico che dà ai suoi frati, come programma «contemplata aliis trade­re», cioè trasmettere agli altri le cose contemplate. Questo è possibile quando si ama. Un esempio in senso opposto ce lo danno certi giovani. Essi sono stati per ore e ore nella discote­ca, sacrificando volentieri anche il sonno. È il loro mondo.
Quando escono dalla discoteca si sentono co­me pesci fuori dell'acqua. Che cosa fanno? Eccoli con la cuffietta appiccicata all'orecchio e, camminando, lavorando, guidando la moto o l'auto, continuano a vivere nella dimensione della discoteca. È il loro mondo guasto, vuoto, illusorio, in­consistente e rovinoso. Ecco quanto fa l'amore di­storto e peccaminoso. Qual è il mondo del Sacerdote? Mondo nel quale deve introdurre anche i fedeli perché vi ri­mangano? «Conversatio nostra in caelis est», cioè la no­stra patria è nei cieli, come ammonisce san Paolo parlando ai fedeli.
È il mondo reale, vero, eterno del soprannatu­rale, anche se invisibile.
«Le cose visibili sono di un momento. Le cose invisibili sono eterne», afferma lo stesso san Paolo. Questo è il mondo che realizza, completa, per­feziona e beatifica già sulla terra il cristiano, ma particolarmente il Sacerdote, anche in quanto uo­mo. Perché l'uomo è fatto sulla misura di Dio e fuori di Dio è sempre e inevitabilmente inquieto, instabile, insoddisfatto. Per questo l'uomo va alla ricerca di qualche cosa che possa sostituire Dio... collezionando de­lusioni e amarezze e, per non pensarci, cerca di stordirsi. È satana che si affanna senza riposo a convin­cere l'uomo perché cerchi fuori di Dio o contro Dio quello che solo Dio può dare... Ultimo ritrovato del maligno per offrire all'uomo il «suo paradiso»: la droga. La Chiesa sa che solo il contatto amoroso e assiduo con Dio può premunirci dall'incantesimo prepotente ciel maligno. Perciò chiede ai Sacerdoti di impegnarsi, sotto pena di colpa grave, a pregare il Breviario. II Sacerdote diventa voce orante della Chiesa, voce di Gesù presente in lui. II Sacerdote che non prega il Breviario priva la Chiesa di innumerevoli grazie. Capita, non so in quale frequenza, che qualche Sacerdote in vacanza, faccia andare «in vacanza» anche il Breviario. Se ne va in India, in Olanda, in Danimarca o che so io... può mai far spazio al Breviario? È un'esagerazione! Che cosa succede? Che talvolta «va pure in vacanza» il sacerdo­ zio. Perdonatemi, ma è un'esperienza amara, di cui sono testimone. II Breviario è davvero un bagaglio ingombran­te. Senza di esso si è più leggeri... anche sul piano morale. Ma il Breviario è davvero breve, per poter realizzare l'esortazione di Gesù: «Bisogna pregare sempre senza stancarsi!». Come farà il Sacerdote a vivere, come san Be­nedetto «ad superna semper intentus, qui nu­mquam ab oratione cessabat», cioè era sempre immerso nella dimensione del cielo e mai usciva fuori dall'atmosfera della preghiera?
C'è un mezzo semplice, popolare, alla portata di tutti, dotti e indotti, piccoli e grandi, anime con­sacrate e semplici fedeli di ogni età e condizione. È la Corona del Rosario. Questa preghiera non può venire che da Maria. La Mamma è la prima Maestra della preghiera. Non usa formule dotte e complicate, ma parole adatte ai piccolini e agli anziani. È il linguaggio dell'amore. La vediamo la Santa Corona del Rosario nelle mani della Madonna, sempre, a Lourdes come a Fatima. La Santa Vergine ama unirsi alla nostra pre­ghiera e desidera vivamente che anche noi ci unia­mo alla sua preghiera. Pensate a Bernardetta e ai fanciulli di Fatima: pregano il rosario con Maria e Maria prega con lo­ro. Con noi Maria glorifica la SS. Trinità. Con noi Maria prega il Padre col Padre Nostro. E quando la salutiamo con 1'Ave, che cosa fa Maria? Quello che ha fatto con l'Angelo Gabriele e quello che ha fatto con Elisabetta quando la salutavano: Maria si raccoglie nel suo nulla di creatura per elevare a Dio la lode e la benedizione. Dio guarda ancora una volta l'umiltà di Maria e ancora una volta la ricolma di doni e di grazie che Lei distribuisce ai suoi figli. Sacerdote di Dio, stringi sempre tra le mani il Rosario. Ho visto a Lourdes una malata sulla carrozzel­la. Accanto a lei vi era una bombola di ossigeno collegata con i tubicini alle sue narici. Guai a stac­care quei tubicini! È questione di vita o di morte per asfissia. II Rosario è la «bombola di ossigeno» che tu porti sempre con te. Ti fa contemplare con la mente e amare col cuore tutti i misteri della nostra salvezza. Se consumi così la tua corona non correrai il rischio di essere tentato dal maligno a contemplare «altre bellezze» e a gustare «altri sapori».
Santa Bernardetta affermava: “io non sapevo altro che la corona».L'umanità inconsciamente ha bisogno estremo di Sacerdoti. «I bambini invocano il pane e non vi è chi lo spezzi per sfamarli! La messe è molta, ma gli operai sono pochi!». Perciò l'umanità, o Sacerdote, stende le mani verso di te!Che cosa potrai dare a questa umanità, al di fuori di Dio?Se diventi uomo di orazione presto sentirai il tuo cuore straripare d'amore per Dio e per il pros­simo.
Anche se non hai doti organizzative, se sei po­vero di scienza umana, se gli acciacchi ti bloccano in tante attività... ti basta essere ricco di Dio perché uomo di Preghiera e arricchirai anche gli altri.
Dirai con san Pietro al paralitico del tempio: «Non ho né oro, né argento. Ti do quello che ho! Ti dono Gesù!».Attingerai dal tuo cuore stracolmo di Dio e sa­rai luce e salvezza del mondo.
Vuoi sapere dove arriva la tua preghiera? Sei Sacerdote!Sei mediatore!Non puoi dubitare che la tua preghiera sia la preghiera di Gesù in te.
Perciò essa arriva infallibilmente al Cuore del Padre, trasformandosi in pioggia benefica di grazie e di benedizioni.Col Rosario puoi pregare dovunque.
Pensa un momento: le nostre strade e le nostre piazze sono inquinate al sommo grado di bestem­mie, di scandali, di offese a Dio e agli uomini.Occorre una bonifica ambientale.
Se tu sul tuo cammino semini tante Ave Ma­ria, quei semi diventeranno frutti di bene. Con la preghiera tu puoi arrivare dove fisicamente non ti è consentito.
Si dice che gli scienziati abbiano inventato un raggio invisibile di morte. Esso parte da molto lontano e non teme ostacoli.Tu con la preghiera emetti non un raggio ma una sorgente di raggi di vita che raggiungono i cuori induriti e sepolti nel peccato e li risuscita.Tu talvolta ti senti impotente - e da solo lo sei - di fronte agli assalti di un nemico che per essere di natura angelica è più forte di te.Ti senti impotente da solo a vincere le tenta­zioni personali e ad impedire la devastazione delle anime.Gesù nella parabola della zizzania afferma: «Questo lo ha fatto il nemico!».Ti sembra che le valanghe delle schiere nemi­che ormai dilaghino nel mondo distruggendo e an­nientando ogni forma di vita non solo sopran­naturale (vedi aborto... pulizia etnica... barbarie).Qui ci vuole un'arma segreta e vincente. C’é l'Ave Maria.Perché?Perché 1'Ave Maria ricorda a satana la sua condanna e la sua sconfitta.Gli ricorda l'Immacolata: Piena di grazia... Gli ricorda che egli ha perduto il dominio delle anime: il Signore è con te. Gli ricorda che è stata abolita l'antica condan­na: sia maledetta la terra. Gli ricorda la nuova Eva che è benedetta e con Lei è benedetto il frutto del suo Seno: Gesù è il suo Corpo Mistico.
«Tu dici Ave Maria... Santa Maria. Se la prece sul labbro non si arresta, egli atterrito se ne scappa via 1'Ave Maria gli stritola la testa».

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