domenica 6 luglio 2008

Il Sacerdote rende presente Gesù

Gesù ha voluto condizionare la sua presenza eucaristica al segno del pane e del vino. Se manca il pane e il vino non vi può essere la presenza eu­caristica.
Gesù ha voluto condizionare la sua presenza di Pastore, di Maestro e di Salvatore all'azione e alla collaborazione del suo Ministro Sacerdote.
Ecco alcuni punti evangelici di riferimento che devono trovare il loro riscontro nella vita e nell'attività apostolica del Sacerdote.
1) «Siate miei imitatori come io lo sono di Cristo» può dire san Paolo ai suoi fedeli. Questo deve poter dire il Sacerdote ai fedeli per essere credibile.
2) «La mia dottrina non è mia, ma è del Padre mio», dice Gesù, e ancora: «Tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi».
Così il Sacerdote deve essere la bocca della verità perché egli non insegna ai fedeli delle opi­nioni, ma solo quello che insegna la Chiesa nel suo Magistero.
Se il Sacerdote non è con il Papa non è nem­meno con Gesù.
3) Gesù dice: “io santifico me stesso perché questi siano santificati nella verità».
Così i fedeli saranno santi se il Sacerdote è santo. «Il mondo cammina sulle orme dei Sacerdo­ti», è stato detto.
4) «Venite a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi ed Io vi darò ristoro», dice il Signore.
E questo l'atteggiamento interiore che deve animare il Sacerdote perché attraverso il suo mini­stero i fedeli scoprano la presenza di Gesù Conso­latore e Salvatore.
In questo senso il Sacerdote deve «essere mangiato» dai fedeli, proprio come il Corpo di Cristo, che diventa Cibo e Nutrimento spirituale per le anime.
Ricordiamo il Vangelo che ci presenta Gesù e i dodici che non hanno nemmeno il tempo per prendere cibo e riposarsi... Invitati dal Maestro era­no andati al di là del lago per riposarsi... la folla li precedette... Gesù allora non fece un gesto di scontento o di stizza. Egli - dice il testo - ne ebbe pietà perché erano come pecore senza pastore.
Se il Sacerdote non ha questi sentimenti e questo programma di vita rischia di paralizzare
l'opera di Gesù il quale ha deciso di salvare le anime attraverso l'opera del Sacerdote.
Non vive così ogni mamma degna di questo nome? La mamma non ha un orario di lavoro sta­bilito dalla legge, ma ha un orario stabilito dall'amore!
5) San Paolo afferma: «Figlioli miei che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi» (Gal 4,19).
È lo stesso discorso di Gesù quando dice: «Se il chicco di grano caduto in terra non muore, ri­mane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,26).
La fecondità del Sacerdote è proporzionata al suo essere crocifisso con Gesù Crocifisso.
Ai fedeli incombe il dovere di pregare e offrire sacrifici per ottenere Sacerdoti numerosi e santi.
Il Sacerdote realizza la presenza di Gesù Via, Verità e Vita:
«Via»: perché il Sacerdote è il Pastore che gui­da per le vie del bene il gregge di Gesù.
È il munus regendi, cioè il compito di gover­nare che è proprio del Pastore.
«Verità»: perché il Sacerdote - se unito e fede­le al Papa e al Vescovo - è il Maestro della vera Fede.
È il munus docendi, ossia il compito di inse­gnare come Gesù Maestro.
«Vita»: perché attraverso la sua azione mini­steriale e attraverso i Sacramenti il Sacerdote dona e alimenta la vita divina nelle anime.
È il munus sanctifzcandi, cioè il compito di santificare il gregge di Dio, partecipando in prima persona all'azione redentrice di Cristo.



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