domenica 6 luglio 2008

Il Confessionale

Il mistero pasquale si realizza con la vittoria sulla morte dell'anima che è il peccato e, alla fine dei tempi, con la risurrezione gloriosa dei corpi degli eletti.
Il Padre ha mandato il Figlio per questo, e il Figlio, a sua volta, ha trasmesso la stessa missione ai Sacerdoti.
La sera di Pasqua, compiuto il mistero della salvezza, Gesù trasmette questa missione ai Sacer­doti con le solenni parole: «Come il Padre ha mandato Me, anch'Io mando Voi... Ricevete lo Spirito Santo... A chi perdonerete i peccati saranno perdonati... ».
Gesù, presente in me Sacerdote, è il Pastore che va in cerca della pecorella smarrita. II Confessionale è il luogo privilegiato dove si decide la sorte delle anime e perciò deve essere un punto abituale di, riferimento per il Sacerdote e per i fedeli. Risuscitare i morti del peccato, animare, inco­raggiare, guidare, consolare, santificare le anime, sentendo - come afferma san Paolo - le doglie del parto finché Cristo non è formato nelle anime ... è il lavoro che Gesù compie per mezzo mio. Se mi assento, se ho «altro da fare», io impedi­sco a Gesù di compiere la sua opera. Io sono il ca­nale ordinario della Grazia e della salvezza: se il canale è ostruito, non rifluisce la vita nelle anime. Come vi sono tanti Tabernacoli desolati, per la mancanza di preghiera, così vi sono tanti confes­sionali desolati, perché nessuno li occupa più.
I santi Sacerdoti di un tempo ci hanno tra­smesso, anche con studio della teologia morale e ascetica, che il confessore è Gesù Maestro, Gesù Giudice, Gesù Medico, Gesù Padre.
Tutto ciò lo compie Gesù per mezzo mio. Quale responsabilità grava sulle mie spalle quando «non ho tempo» per dedicarmi a questo ministero, quando subordino l'amministrazione di questo Sacramento alle «esigenze», e sottopongo i fedeli alla osservanza burocratica e ferrea del gior­no e dell'ora in cui si è disponibili per la confessio­ne! Ore e giorno spesso striminziti con la conse­guenza che molti si sono disabituati a confessarsi e si giustificano affermando che «il mio Sacerdote non ha tempo!».
Ecco una tabella affissa alla bacheca di una chiesa. «In questa chiesa si confessa il giorno X dalle ore X - Y». La Grazia dello Spirito Santo non si può adat­tare alla nostra burocrazia!
Ho visto pescatori sostare con lunga pazienza ore e ore con la lenza immersa nell'acqua in attesa di prendere all'amo qualche pesce. Che i fedeli mi vedano «pescatore di anime», sempre «appostato» per catturare, con l'amo dell'amore, la preda, per vivificarla nelle onde della Grazia del Sacramento del perdono. È vero che Dio può operare in tanti modi, ma è anche vero che ordinariamente Egli opera per mezzo mio.
Pensa alla Madonna, chiamata Rifugio dei peccatori. Quanto Ella desidera e si angustia per il ritor­no all'ovile delle pecorelle smarrite! Ansia e angustia che la Madonna trasmise a Bernadetta, ai tre pastorelli di Fatima, per associarli a sé nella preghiera e nella offerta di penitenze per la conversione dei peccatori.
A Lourdes Bernadetta racconta che vide la Madonna molto triste per questo motivo e ne pian­se. Ora la Madonna manda a te, Sacerdote, suo figlio prediletto, i figli smarriti, feriti, uccisi dal peccato. Li affida al tuo cuore di padre e di pastore. Lavora, sacrificati, rinunzia e così riporterai alla Mamma i figli che sembravano destinati a si­cura perdizione.
Quando arriverai in Paradiso, ti auguro di tro­vare gli angeli e i Santi in festa perché per merito tuo non un peccatore, ma tanti peccatori si sono convertiti e si sono fatte tante feste in cielo.

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